Mag 13

Spinaz

Un pezzettino

Autoprodotto

Radio Date: 16/05/2025

Quando una persona ci attraversa, resta per sempre: “Un pezzettino” è il nuovo singolo di Spinaz

“Un pezzettino” di chi amiamo resta con noi, tra frammenti di cuore, dettagli quotidiani e quel retrogusto dolceamaro che ci ricorda quanto siamo stati vivi

«Mi sbucci il cuore e ne mangi, ne mangi un pezzettino»: bastano due versi per restituire il senso di una connessione tanto istintiva quanto indelebile. E per raccontare il nuovo progetto di Spinaz, artista pugliese d’origine ma romagnolo d’adozione, che dopo aver affrontato il tema del body shaming in “Fondotinta” e lanciato l’irriverente “Skapocchio”, torna in radio con “Un pezzettino”, il suo nuovo singolo.

Un brano pop dallo stile immediato, che si snoda tra le micro-ferite causate da chi, per pochi giorni, mesi o intere stagioni, entra nella nostra vita cambiandoci per sempre, lasciandoci diversi da come ci aveva trovati. E per raccontarlo, Spinaz lo fa con una metafora semplice, affidandosi ad un’immagine concreta, familiare, domestica: quella di un mandarino sbucciato.

«È un brano che nasce da un’idea precisa – spiega -. Quando qualcuno tocca la parte più fragile di noi, non importa quanto tempo resti: se ne andrà via portandosi sempre dietro un pezzettino del nostro cuore. Proprio come uno spicchio di mandarino. Non potremo più essere esattamente come prima, ma quel sapore, nel bene o nel male, ce lo ricorderemo per sempre.»

Come una fotografia che immortala e rende eterno ciò che resta dopo un incontro, Spinaz mette a fuoco un concetto che oggi, nell’epoca delle connessioni brevi e degli affetti liquidi, suona più attuale che mai: l’impossibilità di tornare esattamente quelli di prima, dopo che qualcuno ci ha davvero attraversati.

“Un pezzettino” arriva in un momento in cui le relazioni interpersonali sono sempre più segnate dalla rapidità e dalla discontinuità: secondo un recente sondaggio dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, oltre il 65% degli under 35 ammette di avere difficoltà a stabilire legami duraturi o a gestire le conseguenze della loro fine. È in questo contesto che Spinaz decide di non parlare della perdita, ma di quello che rimane. E lo fa con eleganza, ironia e consapevolezza, trasformando un frutto in un emblema di metamorfosi.

“Un pezzettino” è una canzone pop leggera solo in apparenza. Il tono è giocoso, i versi sono immediati, ma la scrittura si appoggia su una delicata semplicità, quella che appartiene solo a chi sa esprimere le proprie emozioni senza sovrastrutture. L’amore, l’affetto, non sempre durano, ma lasciano un’impronta indelebile in chi percorrono.

Non c’è nostalgia. C’è constatazione. C’è lo stupore per la forza di ciò che resta anche quando sembra passato.

Un linguaggio visivo, una narrazione sincera, e una struttura che accompagna con ironia e verità l’ascoltatore in una corsa tra le pieghe di un legame imperfetto, transitorio, ma colmo di significato.

È lì che “Un pezzettino” trova il suo equilibrio: nella spontaneità che non nasconde, nelle immagini quotidiane che non hanno bisogno di essere spiegate. Non sono necessari grandi gesti: basta una voce che manca, un litigio che finisce con un sorriso, un cuore che si apre per poco, ma abbastanza da restare nella testa. E nella pancia.

«Spesso pensiamo che per contare nella nostra vita una persona debba restare a lungo – afferma Spinaz -. Invece non è così. Ci sono incontri brevi che ci scombussolano più di quelli durati anni. Il mio intento con questo brano è dire che anche quelle persone vanno custodite. Anche se sono passate. Anche se non torneranno.»

Nell’epoca delle relazioni liquide, delle storie a tempo determinato, dei legami che evaporano sotto la pressione del presente, “Un pezzettino” ci regala uno spaccato effettivo sui rapporti genuini che possono cambiare la nostra identità emotiva.

Lasciare una parte di sé – e portarsi dietro un frammento dell’altro – non è solo una metafora poetica, ma una dinamica psicologica documentata. E Spinaz riesce a restituirla in forma canzone, con sobrietà e disincanto, ma senza superficialità.

E mentre sbucciamo il nostro mandarino quotidiano – tra messaggi vocali che mancano, piccoli incendi sentimentali e parcheggi improvvisati nel cuore di qualcuno – questa canzone ci ricorda che non c’è nulla di sbagliato nel restare segnati. Perché è anche da quei “pezzettini” che impariamo a riconoscerci.

Music & Media Press